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Pippo Pollina - Cantautore

L'osservatorio di un artista è sempre privilegiato. Dall'angolo delle loro ispirazioni il riverbero di ogni esperienza rimbalza sugli altri in un modo che quasi mai risulta essere indifferente. Quello è il luogo dove le culture, tutte, hanno il fascino e la forza di veicolare l'umano nella sua complessità , ma anche nella sua magnificenza.
La Svizzera, crocevia fisico per qualunque viaggiatore europeo è stata, ed è ancora, meta di inalienabile scambio di esperienze e di fortune per moltissimi cittadini italiani.
Per un caso della vita anche io, oramai più di 25 anni fa, mi trovai a soggiornarvi per la prima volta rimanendo affascinato da una moltitudine di cose che per descriverle a dovere mi ci vorrebbe un libro intero.
Ma dovessi trovare una sintesi del mio lungo abitare, per me isolano di Palermo nell'altrettanta isola che l'Helvetia per me rappresenta, la rinverrei nella coscienza intima ma manifesta che gli svizzeri esprimono nella loro "diversità", nella loro capacità di essere "altro". Di attingere ovvero con ammirata partecipazione alle lingue, alle storie e alle culture di quei popoli che l'hanno da sempre alimentata: quella forte e concreta dei tedeschi, quella godereccia e sognatrice dei francesi, quella fantasiosa e solare degli italiani e quella montanara e rocciosa dei romanci.
Tutto questo, in Svizzera diventa sintesi e crogiuolo, analisi e laboratorio. In un modo e in una tempistica che sono assolutamente figli di quel luogo e di nessun altro. E chissà, forse per quella curiosa legge dei contrari, proprio il temperamento e le qualità mediterranee degli italiani hanno finito per trovare un approdo assolutamente "applicato" e funzionale oltralpe. Cosi' che, a distanza di alcune generazioni, oramai il rapporto fra l'Italia e la Svizzera sembra essere sempre esistito così come esso è oggi. Dimenticandoci di come appena 40 anni fa rigurgiti di intolleranze e recondite paure di "stranieri" ed "estranei" aveva indotto politici elvetici non del tutto solidali all'intromissione di leggi non sempre tenere.
La mia esperienza personale è stata proseguita nella ferma e convinta intenzione di rimanere a vivere nella confederazione. Al punto da sposare una donna svizzera e da coltivare, nell'esercizio del mio quotidiano, un'esistenza dove lo scambio delle culture diventa quasi prospettiva e laboratorio.
É in questo senso che il frutto della mia riflessione artistica viene oggi salutato con disinvolta consapevolezza sia in Italia che in Svizzera. In entrambi i luoghi oggi sono una parte dei medesimi e non la parte contraria. E questo rappresenta per me oggi il suggello di un'esistenza vissuta ai confini, dove ci si accorge del diverso e lo si fa diventare "proprio”, con comprensione anche se a volte con difficoltà.

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